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Italia, patria del gelato (e dei maestri gelatieri)

9 Febbraio 2017
gelato italiano
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Se c’è una cosa nel mondo che nel mondo viene percepita come tipicamente italiana, oltre alla pizza e alla moda, è il gelato. Non a caso nei paesi più ricchi del globo è possibile trovare gelaterie (e spesso catene commerciali) dal chiaro nome italiano. Sono molti infatti i nostri connazionali che negli Anni 60 e 70 hanno scelto di diventare gelatai aprendo un’attività all’estero e facendo fortuna grazie a questo prodotto tipico della nostra tradizione.

Oggi il gelato artigianale made in Italy è un settore che genera una ricchezza interna di oltre 3 miliardi di euro e che conta su oltre 25mila gelaterie, delle quali oltre 7mila localizzate all’estero. Un prodotto che acquisisce sempre maggiori porzioni di mercato negli USA, nel Medio Oriente e in Asia. Che poi sarebbe una specie di cerchio che si chiude, dato che le prime documentazioni storiche di un prodotto simile al gelato come lo conosciamo oggi si possono rinvenire in Cina, intorno al 2000 avanti Cristo. Veniva preparato con riso stracotto, spezie e latte, dopodiché veniva messo sulla neve per renderlo solido e appunto, gelato. Questo preparato fu portato in Italia da Marco Polo e da lì cominciò la sua evoluzione fino a diventare il prodotto fresco e goloso che consumiamo oggi.

Nel 1533 Caterina de’ Medici sposò il futuro re di Francia Enrico II e diffuse anche nel territorio francese un dessert semifreddo a base di crema dolce. A quei tempi la creazione e la conservazione del gelato necessitava di ghiacciaie ben rifornite tutto l’anno, un lusso che solo l’aristocrazia si poteva permettere. Nel 1560 un medico spagnolo che viveva a Roma, Blasius Villafranca, scoprì che aggiungendo salnitro alla neve e al ghiaccio si poteva congelare più rapidamente e in modo più economico qualsiasi cosa: la scoperta cambio non solo i metodi di conservazione del cibo, ma anche la produzione di gelato.

Fino all’avvento dell’elettricità il gelato verrà infatti prodotto utilizzando una macchina chiamata sorbettiera, raffreddata usando ghiaccio e sale, e lavorando il prodotto manualmente con un lungo bastone a spatola, attraverso la tecnica della cosiddetta mantecazione. Tecnica ancora oggi utilizzata per rendere il gelato più morbido e piacevole alla vista e al tatto, se la temperatura del frigo è troppo alta e si sono formati cristalli di ghiaccio nel prodotto.

Come diventare gelatai

Oggi imparare l’arte del gelataio vuol dire apprendere una professione di sicura spendibilità, in un ottica di imprenditoria, sia in Italia che all’estero. Per avere maggiori informazioni sul nostro corso, tenuto da docenti altamente qualificati, potete richiedere informazioni qui.

Fonte: Focus.it

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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