I media digitali hanno moltiplicato all’inverosimile la possibilità di dibattere su qualsiasi argomento. Da una decina d’anni a questa parte è possibile trovare in rete centinaia di pagine che mettono in guardia dal consumo di un certo alimento/medicina/prodotto e altrettanti che ne glorificano le qualità. Credere quindi a qualsiasi voce è diventato impossibile e ognuno di noi ha tracciato dentro di sé dei limiti entro cui spostare le proprie opinioni e la propria credulità. Oggi parliamo del dibattito che si è creato intorno a un alimento base per la nostra sopravvivenza: lo zucchero.
Cosa dice la medicina
Il corpo umano va a carboidrati, come un’automobile va a benzina. Il cervello soprattutto. Lo zucchero è il più semplice dei carboidrati, non contiene né proteine, né minerali, né vitamine, solo calorie: circa 60 per ogni cucchiaio (14 gr).
I carboidrati vengono metabolizzati trasformandosi in glucosio. In caso di grave mancanza di glucosio nel sangue il corpo tenta di ricavarlo sacrificando le cellule muscolari. Questo processo, chiamato gluconeogenesi, consente però di ricavarne solo circa 150 cal/giorno contro le 1.300-1.500 cal/giorno che sarebbero necessarie solo per mantenere il metabolismo basale. Non è difficile immaginare quindi quale scompenso si generi nel corpo umano riducendo drasticamente l’assunzione di zucchero.
Cosa dice la storia
Negli Stati Uniti nel XVIII secolo il consumo medio pro-capite di zucchero era di circa 4 kg all’anno. Nel XIX secolo era di circa 18 kg all’anno. Nel XX di circa 90 kg all’anno. Nel 2009 il 50% degli americani ha consumato oltre 180 kg di zucchero. In Italia la media attuale è di circa 90 kg. Oggi lo zucchero viene assunto, oltre che direttamente, anche attraverso i succhi di frutta, le bevande gassate e in quasi tutti gli alimenti trasformati, anche in quelli di sapore salato.
Lo zucchero raffinato e lo zucchero grezzo
Lo zucchero bianco prima di arrivare sul banco del supermercato viene trattato con calce, anidride carbonica, acido solforoso, e altre sostanze chimiche che servono a renderlo bianco e brillante come lo vediamo nella zuccheriera. Sono processi con nomi altisonanti e minacciosi, ma non più complessi o invasivi di quelli che servono per filtrare l’acqua che bevete o a far precipitare le impurità nella vostra lavatrice. Tutte le sostanze chimiche adoperate vengono comunque lavate via alla fine del processo e non ne rimane traccia nel prodotto finale. Purtroppo però in questo procedimento di raffinazione lo zucchero perde anche molti minerali e vitamine che possiede naturalmente.
Lo zucchero grezzo è anch’esso trattato chimicamente solo che lo è molto di meno, e conserva alcune sostanze nutritive tipiche della canna da zucchero e della barbabietola.
L’effetto dello zucchero raffinato nel corpo umano
Per poter essere assimilato dal nostro organismo lo zucchero ha bisogno proprio di quelle vitamine e minerali che ha perso durante la raffinazione, perciò le ruba al nostro organismo. Di conseguenza le ossa e i denti si indeboliscono, compaiono malattie come l’artrite, l’artrosi e l’osteoporosi e, ovviamente, anche la carie dentaria.
A livello intestinale lo zucchero raffinato provoca produzione di gas, tensione addominale, colite. Alti livelli di glucosio nel sangue provocano inoltre un’iperattività del pancreas che immette molta insulina nel sangue, provocando la crisi ipoglicemica. Questi continui stress fisiologici hanno conseguenze anche psicologiche (sbalzi d’umore, irritabilità, euforia) e provocano un indebolimento del sistema immunitario.
Cosa dicono le ricerche scientifiche
Negli Anni 70 i premi Nobel Waldorf e Walburg dimostrarono che un’alimentazione sana era la migliore prevenzione contro i tumori e scrivevano: “Nell’alimentazione lo zucchero svolge un ruolo fondamentale, perché le cellule cancerogene sono avide di questa sostanza… una forte riduzione del consumo di zucchero rende difficile l’insediamento dei tumori”, riferendosi allo zucchero raffinato. Aggiungevano inoltre: “Il cancro è incapace di utilizzare lo zucchero di canna”.
Nel 1971 il dott. G. Daynes, durante un discorso a un convegno scientifico, dichiarò: “Per quanto riguarda le malattie mentali posso affermare di non aver diagnosticato casi di schizofrenia negli undici anni passati tra la gente africana che si alimenta con carboidrati non raffinati. Mentre questa è la psicosi più diffusa nelle aree urbanizzate dell’Africa”.
Nel 1979 Frank Kern, vicedirettore del riformatorio statale di Chesapeake (Virginia), decise di condurre un esperimento: per circa 3 mesi eliminò completamente lo zucchero raffinato dalla dieta di 24 detenuti tra i 12 e i 18 anni, condannati per reati come disturbo della quiete pubblica, furto, furto con scasso, violazione delle leggi sugli alcolici e sulle sostanze stupefacenti. Dopo questo periodo i ragazzi a dieta presentarono un’incidenza di infrazioni disciplinari e comportamenti asociali del 45% inferiore rispetto al gruppo di controllo. Percentuali che durante l’anno successivo continuarono ad aumentare in modo significativo.
Conclusioni
Lo zucchero è un alimento fondamentale per l’organismo umano, serve al corpo e soprattutto alla mente. Assumerne però dosi eccessive lo trasforma in un veleno. Tra tutti i diversi tipi di zucchero presenti nel mercato sono da preferire quelli meno trattati e più naturali, ovvero lo zucchero di canna, il miele e lo sciroppo di acero.
Fonti: Zuccheroeraffinazione