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Cucina Giapponese: tutti i prodotti che non possono mancare nella dispensa

3 Maggio 2021
Corso di Cucina Giapponese-Italian Food Academy
Contenuti

La Cucina Giapponese è celebre per l’utilizzo di spezie saporite, preparazioni di base elaborate e, in generale, per un impiego importante di condimenti. Infatti, per i cultori di questo tipo di arte culinaria, la ricerca e la valorizzazione del quinto gusto, l’umami, diventa quasi una sfida; l’equilibrio sottile tra acidità, cremosità e consistenze si raggiunge grazie alla sapiente combinazione di spezie e condimenti.

Si tratta ingredienti che a volte richiedono complicati passaggi di lavorazione e altre, invece, sono già disponibili in natura e sono solo sconosciuti alla parte occidentale del globo. La varietà di condimenti nella cucina nipponica è davvero molto ampia e risulta difficile, per chi non è esperto, riuscire a destreggiarsi tra le numerose possibilità; per questo vi offriamo una panoramica dei prodotti che non possono mancare nella dispensa di un amante della cucina giapponese.

Corso di Cucina Giapponese - Italian Food Academy

La dispensa della Cucina Giapponese: 15 prodotti da scoprire

1. Kewpie Mayo

Nota anche come maionese giapponese, la Kewpie Mayo si distingue dalle maionesi occidentali per l’uso di soli albumi e dell’aceto di riso nella preparazione; è per questa ragione più delicata e dolciastra, perfetta per guarnire insalate, pancake salati e pesci particolarmente grassi come il salmone.

2. Shichimi Togarashi

È un mix di sette spezie con una ricetta segretissima e tramandata di generazione in generazione, ma sappiamo che contiene sesamo, arancia, peperoncino e alga nori. Il gusto e il profumo del Shichimi Togarashi sono forti e subito riconoscibili. Il mix si adatta a carni, sia alla griglia che fritte, ai noodles e, persino ai pop corn.

3. Miso

Immancabile in ogni cucina nipponica, il Miso è il prodotto risultato della fermentazione della soia ed è il protagonista della tradizionale zuppa. Ne esistono in commercio numerose varianti e si abbina in modo eccellente a pollo fritto, melanzane, sashimi, insalata, pesce, ramen e riso.

4. Wasabi

Erroneamente nota come pasta di rafano, il Wasabi è sì una pasta, ma proveniente da un’atra tipologia di radice imparentata con il rafano. Non va mangiata in purezza, ma se ne scioglie una punta all’interno della ciotolina con la salsa di soia, per poi conferire quel tocco in più a differenti tipologie di pietanze salate.

5. Ponzu

È un condimento agrumato realizzato con aceto di riso, salsa di soia, pesce fermentato, alga kombu, e yuzu, un agrume simile al mandarino. Il Ponzu viene utilizzato per le marinature di carne e pesce, come dressing per insalate.

6. Sale Moshio

Le sue origini sono antichissime così come il processo per estrarlo. Il Sale Moshio, infatti, proviene da alghe essiccate e poi bollite, da cui vengono estratti i cristalli. Questo tipo di sale si adopera per insaporire ma anche come decorazione, visto il suo aspetto estremamente gradevole e scenografico.

7. Karashi

Una senape dal gusto più intenso perché realizzata senza l’aggiunta di altri ingredienti. Normalmente si trova in polvere ed è da aggiungere a ravioli e zuppe.

8. Rayu

Il Rayu è un olio dal sapore piccante grazie ad ingredienti come lo zenzero e il peperoncino. Viene utilizzato per insaporire piatti caldi come zuppe, ravioli e ramen.

9. Mayu

Immancabile in piatti come le famose zuppe di carne di maiale, questo condimento viene realizzato a partire da un mix di aglio bruciato e olio di sesamo.

10. Shoyu

Lo Shoyu è la versione giapponese della salsa di soia che, a differenza di quella cinese, ha come ingredienti soia e grano tostato.

11. Komezu

Komenzu è il nome del diffusissimo aceto di riso. Famoso per le sue proprietà tonificanti (veniva utilizzato anche dai samurai prima delle battaglie), è uno degli ingredienti più versatili della cucina giapponese; ottimo per marinature, per condire insalate e, persino, stufati.

12. Ryorishu

Una delle tante tipologie di sake, ma a differenza delle altre, questo viene utilizzato solo per le preparazioni in cucina e ha un gusto molto sapido. Insaporisce sughi e salse ed è utile per la conservazione dei cibi.

13. Salsa Tonkatsu

Per Tonkatsu, in Giappone, si intende sia il pollo fritto a fette, che un diffuso condimento. Questa salsa si accompagna a cibi fritti e grigliati. Realizzarla è molto complicato perché è frutto di un particolare mix agrodolce di frutta, aceto, spezie e verdure.

14. Pepe Sansho

Una sorta di pepe che si ottiene dalla macinazione di piccoli frutti essiccati. Si utilizza per insaporire piatti particolarmente grassi come ad esempio l’anguilla, grazie al suo sapore agrumato.

15. Olio di Sesamo

Ne abbiamo parlato tanto, ed era impossibile non riservare uno spazio all’Olio di Sesamo. Diffuso in tutta la cucina asiatica, esiste in due versioni: una realizzata con sesamo crudo e l’altra con sesamo tostato.

Corso di Cucina Giapponese - Italian Food Academy

Il Corso di Cucina Giapponese IFA

Se desideri conoscere tutti i segreti della cucina nipponica, il Corso di Cucina Giapponese di IFA è il percorso di formazione che fa al caso tuo.
Proposto da Italian Food Academy, il corso segue un programma variegato e specifico che rispetta in toto l’identità culinaria giapponese, fatta di piatti salutari, antiche tradizioni e ricerca estetica.
Il corso segue diverse fasi a cominciare dalle lezioni propedeutiche su testi e piattaforma online, a cui seguono 20 ore di lezioni, sempre online, per il rilascio del Certificato HACCP di 3° livello. Si passa successivamente alla fase d’aula della durata di 48 ore al termine della quale è previsto uno stage di 100 ore da effettuare nella regione di residenza, in modalità part-time o full-time.

Opportunità di lavoro

La clientela italiana dimostra sempre più di apprezzare la Cucina Giapponese e la sua estrema leggerezza, tanto da far sì che il mercato del lavoro sia costantemente alla ricerca di figure professionali specializzate in questo tipo di preparazioni. Ormai sono tante le opportunità di lavoro nel settore, ad esempio:

  • Ristoranti stellati
  • Sushi bar
  • Ristoranti giapponesi all you can eat
  • Chef a domicilio
  • Sale ricevimenti
  • Lounge bar
  • Società di catering
  • Navi da crociera

Programma del Corso IFA

Programma didattico del Corso IFA prevede un approfondimento su tecniche, preparazioni base e utensili.

Nello specifico apprenderai nozioni di:

  • Glossario ed utensili
  • Tecniche, taglio e trattamento del pesce
  • Tecnica, lavorazione e cottura del riso
  • Sushi tradizionali ed internazionali
  • Marinature
  • Crudo
  • Brodo e vapore
  • Ramen
  • Donburi
  • Stufati
  • Tempura
  • Lunch box e bento
  • Seminario sul sakè.

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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