Cosa vuol dire “DEGUSTARE” e qual è la differenza tra bere e Degustare? I due termini potrebbero sembrare sinonimi nei fatti, ma in realtà non è così.
Se bere vino è un atto istintivo e significa “semplicemente” introdurre nel proprio organismo una certa quantità del nettare di Bacco, degustare vuol dire qualcosa di più: percepire e valutare attraverso i sensi, le caratteristiche organolettiche di un vino, attività che richiede pratica, studio, impegno, concentrazione, competenza, riflessione e consapevolezza.
La pratica della degustazione del vino necessita di una buona conoscenza del vino, oltre di una certa abilità e sensibilità, che si ottengono con l’esercizio e l’esperienza.
Come si inizia una degustazione?
Degustare il vino: l’analisi sensoriale.
Il vino si degusta sottoponendo il vino ad una serie di analisi sensoriali, che servono per descrivere le caratteristiche organolettiche di un vino.
L’analisi sensoriale si articola in 3 fasi distinte:
- L’analisi visiva
- L’analisi olfattiva
- L’analisi gustativa
L’analisi visiva: come si effettua nella degustazione del vino.
Una prima analisi del vino viene effettuata con l’osservazione. Ma come si osserva il colore? Quali parametri tenere in considerazione?
Per quanto riguarda i Vini Bianchi, in generale, il color “ambrato” non rappresenta un aspetto positivo, in quanto rappresenta una accentuata ossidazione, e quindi denota un vino scadente. Questa tonalità è pertinente, invece, ad un vino passito.
Invece il colore che dovrebbe descrivere un buon vino bianco è il colore che va dal giallo verdolino al giallo paglierino, fino al Giallo Dorato, a seconda della tipologia, provenienza,
maturazione in legno ed età.
Per i Vini Rosè, esistono diverse tonalità:
Il Rosa Tenue – tipico colore di alcuni rosati del nord Italia e vini spumanti, che hanno proprio un colore delicato, come il colore dei petali di rosa;
Rosa Cerasuolo – ricorda il colore delle ciliegie ed è una tonalità che contraddistingue i vini provenienti dal centro e dal sud;
Rosa Chiaretto – un colore rosè molto intenso, simile al colore di un vino rosso giovane, ma leggermente più chiaro;
Quando invece un Vino Rose’ presenta una tonalità che vira verso l’aranciato, sicuramente si è di fronte a un vino invecchiato, che ha perso la sua freschezza.
Per quel che riguarda, invece, i Vini Rossi, nel valutare il colore, se ci si trova davanti un grande vino rosso maturo invecchiato, la sua tonalità sarà aranciata, simile a quella dei
mattoni. Questo colore è tipico dell’invecchiamento e, in questo caso, è normale, mentre riscontrato nei vini rossi giovani è un “ fattore negativo”, dal momento che indica un precoce stato di maturazione e un avanzato stato di degradazione.
Tendenzialmente il colore dei rossi – si deve distinguere però a seconda della tipologia del vitigno – deve essere di un rosso rubino, simile alla preziosa del rubino, tendente al granato.
Un Cabernet Sauvignon, un Syrah, un Sangiovese e un Barbera, ad esempio, avranno un colore rosso rubino più o meno intenso che, invecchiando, tende al granato.
Un Barolo o un Barbaresco, invece, hanno un colore rosso granato, che con l’invecchiamento assume una tonalità aranciata.
L’esame visivo è la prima fase dell’analisi organolettica e fornisce informazioni introduttive che verranno confermate o meno dalle tappe successive, quella olfattiva e quella gustativa. Oltre al colore, come vedremo in seguito, ci sono altri parametri visivi da tenere in considerazione: limpidezza, consistenza ed effervescenza.
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