A Natale non è solo pandoro e panettone. In molte regioni d’Italia, questo è il periodo dei dolci tipici e,da nord a sud del Paese è un tripudio di sapori e profumi tipici.
Esiste poi un dolce che è l’antitesi del panettone, è originario delle Marche ed è forse poco conosciuto nel resto d’Italia, perchè non esiste una sua “versione industriale”. Si chiama “frustingo” e contiene tutti i sapori della stagione natalizia.
Alla vista, forse, può sembrare non piacevole; in realtà è molto saporito, preparato con fichi secchi, mandorle, cacao, mosto cotto e una serie lunghissima di altri ingredienti.
Viene chiamato anche frostengo, o frustingolo e per assaggiarlo bisogna per forza recarsi nelle Marche e andare alla ricerca di qualche buona pasticceria che lo prepara a regola d’arte.
Il suo nome deriva dal latino “frustum” che significa “pezzetto” o “tozzo”, data anche la sua forma, ma anche “povero”, dato che nella sua ricetta tradizionale non prevedeva lo zucchero ed era preparato con pane raffermo a pezzi, ammorbidito in un sugo fatto con i fichi secchi e mosto cotto, frutta secca e liquore all’anice. Secondo alcuni, il frustingo è il dolce più antico che esista in Italia, risalente addirittura agli Etruschi. Veniva infatti anche chiamato “Panis picentinus” ovvero pane dei Piceni.
Su una parete del triclinio della Villa di Oplontis a Napoli, è ancora perfettamente visibile un affresco che raffigura un prezioso tavolino con sopra un dolce di forma circolare, colorato di rosso e guarnito con della frutta.
La preparazione del frustingo è così elaborata che ci vogliono dalle 24 alle 48 ore per ottenerne uno davvero ottimo. Questo dolce povero della cucina regionale marchigiana era un pasto nutriente, utilizzato dai contadini per avere l’energia necessaria quando si andava a lavorare nei campi di inverno.
Accompagnato da un bicchiere di vino, è un gustoso modo per brindare alle feste.