Piatti colorati e appetitosi ritratti in foto che sembrano così reali da far venire l’acquolina in bocca solo a guardarli, impiattamenti creativi, cibi succosi, calici che sudano freschezza, dolci coloratissimi che sembrano dire:”mangiami”.
Insomma, l’occhio vuole la sua parte, proprio quando si parla di cibo e la food photography è la forma d’arte visiva che ne esalta le caratteristiche.
Uno degli elementi più importanti e da cui partire per fotografare correttamente un piatto è la luce, in grado di fare o disfare completamente uno scatto, di rendere un piatto semplice una vera opera d’arte, di suscitare in chi guarda sensazioni diverse.
1. Primo passo: valutare.
La cosa da fare prima di procedere allo scatto è la valutazione della luce, che sarà effettuata a seconda dello scopo che ci si prefigge. Cosa si vuole trasmettere con la foto? Cosa vogliamo comunicare? Saranno queste osservazioni a muoverci nella scelta del taglio luminoso con cui “racconteremo” il nostro “soggetto”.
Il tipo di luce scelta è funzionale al messaggio che si intende dare: uno stato d’animo particolare, una sensazione che suggerisca freschezza, ad esempio, o naturalezza, eleganza, lusso ecc.
2. Evidenziare.
Questa è una parola che si utilizza molto nella fotografia in genere: scegliere cosa voler evidenziare, quale caratteristica o texture far emergere e su quale aspetto o elemento puntare o soffermarsi dà la possibilità di raccogliere le idee e procedere nella giusta scelta della luce.
3. Dall’immagine bidimensionale a una sensazione di realtà.
Quante volte, osservando la foto di un piatto, abbiamo esclamato: “sembra vero!”. Ebbene, è questo uno degli obiettivi ricercati e perseguiti da un food photographer ovvero restituire una sensazione quasi tattile a chi osserva la foto, oltre che trasmettere l’idea dei sapori e degli odori.
Le caratteristiche basilari che deve avere la luce.
Le principali caratteristiche della luce da curare direzione sono direzione e dimensione, quindi diffusione.
Per quanto concerne la direzione, c’è da dire che questa influisce soprattutto sulle ombre, evidenziando o nascondendo le texture e la tridimensionalità dell’oggetto fotografato.
Per quel che riguarda la diffusione, è bene sapere che:
- Una luce poco diffusa, quindi molto contrastata, crea immagini spigolose;
- Una luce diffusa restituisce immagini eleganti, morbide;
- Una luce diffusa, ottenuta sia naturalmente che con una fonte artificiale luminosa, e che ammorbidisce le ombre, permettendo di evidenziare la texture del cibo e la sua tridimensionalità, rappresenta il modo migliore per “raccontare” un piatto in food photography;
- Numerose sono anche le variazioni alla direzione della fonte di luce, che può mantenersi frontale rispetto l’obiettivo, ma con una rotazione leggermente a destra o a sinistra e da altezza diversa.