Mentre il mondo del vino tradizionale punta su tecnologie sempre più sofisticate, il movimento dei vini naturali continua a guadagnare terreno grazie a una crescente attenzione verso la sostenibilità e l’autenticità. Non si tratta solo di un fenomeno di nicchia: molti ristoranti stellati e wine bar di tendenza inseriscono ormai vini naturali nelle loro carte, affiancandoli a produzioni più convenzionali.
Alla fine, scegliere tra un vino naturale, biologico o tradizionale dipende dal gusto personale e dalla filosofia di chi beve. Ma una cosa è certa: i vini naturali ci ricordano che il vino non è solo una bevanda, ma una finestra aperta sul mondo della natura, della cultura e della passione umana.
Nel vasto panorama enologico contemporaneo, i vini naturali rappresentano una tendenza in continua ascesa, che cattura l’attenzione di appassionati, sommelier e curiosi. Ma cosa distingue davvero un vino naturale da un vino biologico o da uno tradizionale?
Cos’è un vino naturale?
I vini naturali sono il risultato di un approccio minimale sia in vigna che in cantina. La filosofia è quella di lasciare che l’uva e il terroir si esprimano senza interventi chimici o tecnologici invasivi.
In vigna, questo si traduce nell’esclusione di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici. In cantina, gli enologi che producono vini naturali rinunciano all’uso di lieviti selezionati, additivi e pratiche come la chiarifica e la filtrazione. Persino l’aggiunta di solfiti — quei conservanti comunemente utilizzati per stabilizzare il vino — è ridotta al minimo o completamente evitata.
Il risultato? Un vino che, nel bene o nel male, riflette fedelmente l’annata, il terreno e il lavoro del vignaiolo.
La differenza con i vini biologici
Se i vini naturali sono il simbolo della spontaneità e dell’essenzialità, i vini biologici si collocano su un terreno intermedio. La viticoltura biologica prevede norme ben definite, regolamentate dall’Unione Europea: l’uso di sostanze chimiche di sintesi è vietato, e si privilegiano prodotti naturali come rame e zolfo per proteggere le piante.
In cantina, tuttavia, le regole sono meno rigide rispetto ai vini naturali. È consentito l’uso di lieviti selezionati e altri additivi, purché siano approvati per la produzione biologica. Questo conferisce al produttore un maggiore controllo sul risultato finale, garantendo una maggiore uniformità tra le annate.
E i vini tradizionali?
I vini tradizionali, o convenzionali, rappresentano il modello dominante nell’industria enologica. La viticoltura tradizionale fa spesso ricorso a fertilizzanti chimici, pesticidi e trattamenti intensivi per massimizzare le rese e ridurre i rischi climatici.
In cantina, la tecnologia è regina: lieviti selezionati, chiarificanti, acidificanti e stabilizzanti chimici permettono di ottenere vini standardizzati e facili da apprezzare per un pubblico ampio. Tuttavia, questo approccio può sacrificare l’unicità del territorio e dell’annata.
Perché scegliere un vino naturale?
Bere un vino naturale è un’esperienza sensoriale e culturale. Questi vini spesso sorprendono per la loro vitalità, complessità e imprevedibilità. Ogni bottiglia è un’avventura che racconta una storia autentica, lontana dagli standard uniformi dell’industria.
Tuttavia, non sono esenti da critiche. Alcuni consumatori trovano i vini naturali troppo “crusty” o difficili da interpretare, e la mancanza di stabilità può essere vista come un difetto. Ma per molti, queste peculiarità rappresentano il loro fascino.
Grandi produttori di vini naturali
In Italia, alcuni dei nomi più celebri nel panorama dei vini naturali includono:
- Josko Gravner (Friuli Venezia Giulia): pioniere dell’uso delle anfore nella vinificazione, Gravner è un simbolo della viticoltura naturale e dell’approccio radicale alla tradizione.
- Elisabetta Foradori (Trentino): nota per i suoi vini da uve Teroldego, Foradori rappresenta una delle voci più importanti nel movimento dei vini naturali.
- Arianna Occhipinti (Sicilia): giovane produttrice che ha conquistato il mondo con i suoi vini eleganti e autentici, ottenuti dalle uve autoctone siciliane come il Frappato e il Nero d’Avola.
A livello internazionale, alcuni produttori di spicco includono:
- Pierre Overnoy (Jura, Francia): leggenda vivente nel mondo dei vini naturali, i suoi vini senza solfiti aggiunti sono considerati tra i migliori al mondo.
- Tom Shobbrook (Australia): innovatore che combina le tecniche tradizionali con la vinificazione naturale per creare vini unici e dinamici.
- Frank Cornelissen (Etna, Sicilia, Italia): anche se internazionale per origine, Cornelissen è ormai un simbolo dei vini naturali prodotti sulle pendici dell’Etna.
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