Ci dicono che il progresso è una curva ascendente. Che andrà sempre meglio di come va ora. Che saremo più ricchi, più belli, più sani e quindi più felici. Certo, sarebbe fichissimo, eppure a leggere certe notizie qualche dubbio viene. Prendete la carne sintetica per esempio (definita anche carne in vitro o carne coltivata).
Il concetto stesso fa una certa difficoltà ad infilarsi nella nostra mente. Si tratta di carne che non è mai stata attaccata a nessun animale, fibre muscolari che sono state fatte crescere in laboratorio, in una cultura cellulare adatta allo scopo. Sembra fantascienza, qualcosa che ricorda il generatore di alimenti di Star Trek, eppure è una cosa reale, che si sta avvicinando a passi veloci alle nostre tavole.
Questa tecnica è stata adoperata per la prima volta nel 1971 dal dott. Russell Ross, che era riuscito a ricreare un tessuto muscolare liscio derivato da cellule staminali del maiale.
Nel 1998 Jon F. Vein ha registrato negli USA un brevetto per la produzione di tessuti di carne artificiale adatta al consumo umano, aggiungendo anche i grassi e creando un sistema produttivo che all’occorrenza potrebbe creare anche succedanei del pesce.
Nel 2001 il dott. Westerhof dell’Università di Amsterdam, insieme ad altri due colleghi, ha presentato richiesta per un brevetto internazionale per un processo che utilizza una matrice di collagene in cui vengono innestate cellule muscolari, che successivamente vengono indotte a dividersi e riprodursi in una soluzione liquida nutritiva.
Nel 2005 è stato pubblicato il primo articolo scientifico sull’argomento, sulla rivista “Tissue Engineering”.
Nell’agosto del 2013 un team di scienziati olandesi ha creato il primo hamburger in vitro, lo ha messo sulla griglia e se l’è mangiato. Gli articoli dell’epoca non specificano se con ketchup o senza.
Quindi la tecnologia già c’è, per fortuna è ancora parecchio costosa, e quindi non è conveniente produrre carne in questo modo, che costerebbe qualche decina di migliaia di euro al kg. Però sappiamo che una cosa che la tecnologia sa fare bene è proprio l’abbattimento dei costi industriali, che sono inversamente proporzionali alla diffusione di massa del prodotto. Soprattutto se c’è di mezzo qualche pezzo grosso dell’industria hi-tech come Sergey Brin, co-fondatore di Google e se l’organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente che sul lungo periodo la carne rossa (naturale) è potenzialmente cancerogena, come le sigarette.
Qualche vega-vegetariano potrebbe obiettare che con la carne sintetica sarà possibile salvare le vite di miliardi di animali ogni anno. Che polli, tacchini, mucche e maiali non verranno più torturati e uccisi. Certo, siamo d’accordo, sarebbe una gran bella cosa. Eppure l’uomo, da quando esiste sulla terra, qualche bistecca ogni tanto se l’è sempre fatta, chi siamo noi per cambiare tutto ciò? Ah, già, è il progresso.
Fonti: Wikipedia.org