DAL NOSTRO
FOODBLOG

Starbucks in Italia. È tempo di Frappu-moka-caramel-waffle-ccino

19 Luglio 2016
Starbucks apre in Italia nel 2017
Contenuti

Diciamocelo chiaramente: i milanesi sono l’unica possibilità che ha Starbucks di attecchire in Italia. Solo gli abitanti della New York italiana (nell’autopercezione dei meneghini) possono infatti essere disponibili a provare le arzigogolate bevande che la multinazionale americana della ristorazione propone ai suoi clienti.

Quei beveroni a base di latte, caffè e sostanze zuccherine di varia natura, resi famosi dai film di Hollywood come ad esempio l’immortale Zoolander (in cui il mokafrappuccino è protagonista di una memorabile scena) possono attrarre infatti solo persone che si sentono fortemente attratte dallo stile di vita Made in USA e che desiderano manifestare, con una certa urgenza, quanto si sentano partecipi dello spirito del tempo moderno.

Starbucks, che attraverso la pubblicità si propone come – udite udite – la tipica caffetteria italiana colmerà quindi questa lacuna nella sua espansione geografica e concettuale conquistando anche il Paese che ha dato al mondo il caffè espresso e il cappuccino. Presto anche a Milano potremo assistere allo spettacolo di persone trafelate che corrono verso la metro con una borsa di design in una mano e un bicchierone di plastica bianco e verde nell’altra.

Fondata nel 1971 a Seattle, Starbucks negli anni si è estesa prima all’intero territorio continentale americano e poi ha varcato gli oceani per estendere il proprio impero a livello globale. Oggi dispone di oltre 20.000 punti vendita in 67 Paesi. In Europa non è presente solo in Albania, nei Paesi dell’ex Jugoslavia, in Islanda, nei Paesi baltici, in Macedonia e in Ucraina.

L’apertura di Starbucks in Italia è fissata per i primi mesi del 2017, con la complicità del Gruppo Percassi, già importatore in Italia di brand come Victoria’s Secret (lingerie) e il cui proprietario è il patron della squadra di Serie A dell’Atalanta. Il luogo è ancora da definire ma quasi sicuramente sarà in zona Duomo, in quell’area metropolitana che i milanesi chiamano non a caso “la city“.

L’amministratore delegato e fondatore di Starbucks Howard Shultz – persona sicuramente intelligente – parla di “sfida intrapresa con grande umiltà e rispetto” e racconta che proprio da un suo viaggio in Italia compiuto da giovane nacque l’idea di aprire una catena di caffetterie che trasmettesse la tipica atmosfera dei bar italiani. Certo, poi si sa, il tempo corrompe tutto, e dall’espresso si passa in un attimo al Frappu-moka-caramel-waffle-ccino. Per fortuna ci sono i milanesi, che è il caso di dire, se le bevono tutte.

Fonti: Corriere.it

Vuoi avere maggiori informazioni sui nostri master e corsi?

Logo IFA

Accademia di Alta Cucina e Food Management

FOODBLOG

L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

💬 Serve aiuto?