Con una lunga storia e una forte influenza culturale, la pasticceria giapponese offre una vasta gamma di dolci deliziosi. I pasticcini tradizionali, detti anche wagashi, si presentano come autentici gioielli nel proprio scrigno che riflettono tutta l’attenzione giapponese per l’estetica, pur restando vicini al mondo della natura: di fatto, i dolci giapponesi spesso evocano la flora nipponica attraverso i colori, le consistenze e le forme. Per apprezzarne appieno il sapore, è consigliabile accompagnarli con tè verde, più precisamente col matcha, una tipologia in polvere le cui foglie vengono raccolte meticolosamente a mano, per poi essere cotte al vapore e quindi polverizzate attraverso l’utilizzo di mulini in pietra.
Le stagioni dei wagashi
In Giappone è tradizione realizzare per ogni periodo dell’anno, ma in generale per occasioni e occorrenze particolari, dei dolcetti o degli snack speciali, spesso in edizione limitata. Le stagioni e gli eventi legati alla cultura giapponese sono una delle cose che più spesso si ama celebrare: col trascorrere dei mesi, infatti, si nota subito un cambio anche nei supermercati e nei negozi. Tipici, sono proprio i wagashi che s’ispirano al cambiamento delle stagioni: l’intenzione è celebrare la transitorietà e la mutevolezza del tempo in connessione con la natura.
Questi tipici dolci giapponesi sono talmente belli che si può tranquillamente parlare di arte commestibile e, oltre ad essere serviti durante la cerimonia del tè, spesso vengono preparati tra le mura domestiche come dolce passatempo.
I ciliegi in fiore sono il simbolo della Primavera in Giappone e anche i wagashi si tingono di rosa e verde per rappresentare questa stagione; tra i più rappresentativi troviamo i sakuramochi, ripieni di marmellata di fagioli azuki e avvolti in foglie di ciliegio, e gli uguisu mochi, palline di pasta di riso ricoperte con polvere dolce, che celebrano la cettia giapponese, un uccellino il cui canto segna l’inizio della bella stagione. Durante la torrida e umida estate giapponese, i wagashi hanno sapori freschi, con colori che ricordano l’acqua. Il colore trasparente viene ottenuto grazie all’utilizzo di agar, una gelatina vegetale ricavata da alghe rosse, che ha un bassissimo apporto calorico. Alcuni dei wagashi estivi più particolari sono i kuzukiri, tagliatelle fredde dolci preparate con farina di maranta da intingere in uno sciroppo di zucchero di canna, e ikingyoku, che rappresentano dei pesci rossi che nuotano in un laghetto. A fare da protagonisti durante la stagione autunnale, invece, sono le castagne, le patate dolci e la zucca. Particolare e tipico è lo tsukimi dango, il wagashi che viene mangiato in occasione delle notti di luna piena, in cui le si offrono doni per portare la buona sorte nella famiglia. Durante l’inverno, infine, molti dei wagashi assomigliano a fiori ricoperti dal ghiaccio, e in occasione della celebrazione del nuovo anno è tradizione consumare i mochi che compongono il Kagami mochi: una decorazione da esporre all’interno della casa durante le prime settimane di gennaio, che il giorno di Capodanno, viene spezzata, cotta e mangiata in aggiunta a una zuppa di fagioli dolci.
Anime e dolci: il modo migliore per unire i fan dei i cartoni agli appassionati di pasticceria
Molti di noi sono cresciuti guardando i cartoni animati giapponesi, incuriositi da quelle strane pietanze, spesso gustate in modo vorace, tanto diverse dalle nostre.Dal riso bianco mangiato voracemente con le bacchette ai soffici dorayaki, dai golosissimi daifuku ai simpatici onigiri: chi, da bambino, non ha mai voluto assaggiare tutti quei piatti che vedeva mangiare con tanto gusto dai propri personaggi preferiti?
Farciti con la nutella e famosi per essere il piatto preferito di Doraemon, il gattone robot azzurro protagonista del cartone animato omonimo molto amato negli anni 80, i dorayaki sono dei dolcetti giapponesi preparati con un impasto simile a quello del pan di spagna cotto, però in padella, nella forma tonda tipo pancakes. I daifuku, invece, sono morbide polpettine di riso glutinoso e ripiene di anko, la marmellata di fagioli rossi tipica giapponese, ma sono anche tra i dolci preferiti di Bunny, la simpatica protagonista in Sailor Moon. Infine il burbero cuoco baffuto Marrabbio di Kiss me Licia mandava in visibilio il gatto Giuliano con le sue polpette, ovvero gli okonomiyaki; e anche una delle eroine di Ranma ½, l’abile Ukyo che si aggira con una spatola gigante, ne è un’ottima cuoca. C’è chi, per ricondurle familiarmente ai piatti occidentali, li chiama pancake, chi frittate, e chi pizza: gli okonomiyaki sono in realtà un piatto a base di verza, uova e farina, cotto alla piastra e decorato con pesce, carne, verdure.
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