La storia della giovane chef, allieva del corso in arte dell’impiattamento di Italian Food Academy.
Originaria di Bibbona, in provincia di Livorno, 27 anni, una laurea in Tecniche di Perfusione Cardiovascolare e un master in Cardiac Sonographer. Una passione per la fotografia, il trekking, i viaggi e nel cuore, da sempre, la cucina.
È, in sintesi, la storia di Valentina Castorani, chef e amministratrice del bar ristorante del Chicalinda, lo stabilimento balneare di famiglia, situato sulle rive livornesi, interamente realizzato con la tecnica della Bioingegneria, senza cioè l’impiego di cemento.
Una creatività dirompente, quella di Valentina, sempre in fermento tra un’idea e l’altra, cercando di crescere in un settore che lo pretende e che chiede, ogni giorno, giovani talenti, promesse in grado di reinventarsi, specializzarsi, creare e mettersi in gioco.
E lei lo ha fatto, frequentando il corso di arte dell’impiattamento organizzato da Italian Food Academy, sotto la guida di professionisti di spicco come oggi sono Davide Damiano, Roberta Schira,Eugenio Boer, Felice Lo Basso, Ivana Carmen Mottola.
“L’idea di un corso in arte dell’impiattamento – racconta – è nata dall’esigenza di migliorare le mie capacità e di cambiare approccio alla creazione dei piatti del nostro ristorante. Ho conosciuto IFA cercando corsi su internet, il programma offerto mi è sembrato subito interessante e ho deciso di iscrivermi”.
Valentina ha le idee chiare e, dai suoi appena 27 anni, dimostra la maturità e la tenacia di una giovane professionista che vuole fare strada nel suo settore.
“Grazie al corso di Italian Food Academy, sono riuscita ad avere un approccio diverso al mondo della cucina, nell’impiattamento in particolar modo. Lo consiglierei a tanti altri miei colleghi che vogliono dare una nuova linfa alla propria preparazione. Credo, infatti, che la formazione sia fondamentale per la propria crescita, per stare al passo coi tempi, con le tendenze, con le nuove visioni in cucina”.
Guarda lontano, la giovane allieva IFA livornese e già pensa al prossimo futuro: “Nei prossimi anni mi piacerebbe continuare a investire nella mia attività e a farla crescere costantemente. Il mio sogno nel cassetto è poter riuscire a gestire un ristorante di alto livello dove poter mettere in pratica la mia creatività e idea di cucina, utilizzando solo prodotti del territorio. Inoltre mi piacerebbe poter ospitare nel mio ristorante giovani chef per trasmettere loro la bellezza di questo mestiere e dedicarmi all’insegnamento…”.
Entusiasmo negli occhi, creatività nella mani, Valentina ha nel cuore e nella testa la cucina e ce lo racconta lei stessa: “La cucina per me è un modo per esprimere la mia personalità ed è un mezzo potente col quale comunicare agli altri la semplicità e la bellezza che la natura ci offre attraverso il cibo. La cucina unisce, crea convivialità, regala emozioni. L’arte dell’impiattamento, poi, è in grado di regalare ad una ricetta semplice e tradizionale una valenza estetica e poetica; un piatto buono, se è anche bello, fa vivere una bella esperienza sensoriale alle persone”.
E prosegue nel racconto della sua esperienza: “Questo anno è stato molto intenso dal punto di vista della formazione, sia per quel che riguarda la parte teorica che quella pratica: da questi momenti ho appreso due cose per me molto importanti. Innanzitutto, che il lavoro in team, nell’ambito della ristorazione, è fondamentale per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.
Inoltre ho imparato che in cucina, per creare dei piatti che si distinguano dagli altri, è richiesta moltissima dedizione, studio e impegno. Ma l’insegnamento più grande rimane quello di mia nonna e di Elia, cuoca da una vita, che ora collabora con me nel mio ristorante: per fare questa professione ci vogliono creatività, manualità, ma soprattutto l’umiltà e l’amore per il proprio lavoro”.