Tra le professioni più gettonate, oggi, c’è proprio quella dello chef. Complice anche una maggiore attenzione a quel che mangiamo e uno sguardo sempre più rivolto alle filosofie e tendenze gastronomiche di altri Paesi, nonché il diffondersi di allergie, intolleranze, necessità etiche, fare il cuoco offre sbocchi lavorativi plurimi e certi.
Senza dimenticare che anche la tv, con i suoi tanti programmi dedicati alla cucina, spesso vede la partecipazione di professionisti della gastronomia.
Ma come di diventa chef? Cosa serve per entrare nell’affascinante mondo dei cuochi, stellati e non?
I tre fattori che non possono mancare e che servono per intraprendere la carriera da chef sono:
- formazione
- esperienza
- talento
Diventare chef: il talento in cucina.
Cominciando proprio da quest’ultimo, molti potrebbero dire che il talento uno o ce l’ha oppure deve farsene una ragione e cambiare strada. Questa affermazione è vera a metà, perché nel mestiere del cuoco, spesso il talento fa rima con passione, entusiasmo, voglia di mettersi in gioco, abnegazione al lavoro, volontà e tanta umiltà.
Quindi, se state cercando una scorciatoia per diventare degli chef, sicuramente in questo caso è meglio ripensarci. Ma se si possiede una buona dose di passione e tanta ma tanta volontà, forse il talento latente verrà fuori, in misura più o meno evidente a seconda della predisposizione personale di ognuno e della capacità e velocità nell’apprendere la tecnica, oltre alla capacità di esprimere la propria creatività, l’inventiva, il genio.
L’esperienza che si costruisce nel tempo.
L’esperienza non è un elemento immediato per un aspirante chef: la si deve conquistare con anni di lavoro, la si deve costruire mettendosi al servizio di maestri, tanti e diversi, che possono trasmettere, ognuno nel proprio ambito, una conoscenza che andrà ad arricchire il bagaglio di conoscenze acquisite.
La formazione: i corsi di cucina da scegliere.
Di corsi di cucina, oggi, ce ne sono tantissimi. Basta fare un giro in rete per rendersi conto di quanta offerta formativa ci sia. Ma siamo sicuri che sia tutta di ottima qualità? Quale corso scegliere tra tanti presenti su internet?
Meglio, prendersi tempo, e scegliere il corso giusto. Come? Magari seguendo alcuni criteri, quali:
1. Durata
Un buon corso di cucina non deve essere troppo breve e nemmeno troppo lungo, perchè deve permettere all’allievo di poter affiancare alla formazione in aula l’esperienza sul campo. Meglio scegliere il corso che proponga una formazione full immersion di qualche giorno con possibilità di stage.
2. Formazione e sperimentazione
Teorica ma soprattutto pratica: oltre ai libri, sia pur preziosissimi e alle letture, è importante imparare ai fornelli. Quindi è bene scegliere un corso che proponga lezioni in aula e in laboratori attrezzati. seguire un percorso formativo che vi permetta di imparare tutti i segreti di questo mestiere. Anche ai fini della sperimentazione è importante conoscere le basi e sperimentare è l’latra parola d’ordine per uno chef. Si tratta di un approccio che è una vera e propria filosofia di vita per chi vuole lavorare nel settore dell’alta cucina. Scoprire nuovi accostamenti, preparare nuove ricette, predisporre nuovi impiattamenti è il frutto di un lavoro e di uno studio che viene condotto personalmente solo dopo aver appreso tecniche e utilizzo degli strumenti.
3. Docenti accreditati
I docenti saranno i primi maestri, coloro che trasmetteranno nozioni importanti, trucchi del mestiere, segreti da replicare e un’etica da seguire. Meglio, quindi, affidarsi a professionisti del settore, con una solida esperienza alle spalle e che magari abbiano una “certa reputazione” costruita nel tempo. I docenti di Italian Food Academy, ad esempio, sono grandi nomi del mondo gastronomico (uno degli ultimi è il grande chef Eugenio Boer), che vi faranno conoscere tutto quello che c’è da sapere per diventare chef professionisti come loro.
4. Programmi didattici
Devono essere sempre aggiornati, completi, e devono tener conto delle ultime innovazioni, tecniche e tecnologiche del mondo della Cucina.
5. Stage
Per molti corsi di cucina è importante che venga predisposto uno stage, un momento formativo sul campo, succedaneo alla preparazione in aula. Questo è il momento in cui l’allievo entra in contatto con le vere realtà aziendali, con il mondo professionale ed è questa un’occasione per far vedere la propria volontà, la capacità di lavorare in squadra, di risolvere i problemi, di essere di aiuto prezioso all’intera organizzazione.
6. Specializzazione
Molti enti propongono corsi di Cucina, promettendo una formazione completa in pochi giorni di tutto ciò che ha a che fare con il mondo della cucina. Un ente di formazione di qualità si distingue, invece, per l’alta specializzazione e per il fatto di organizzare corsi di cucina in settori specifici.
Italian Food Academy, ad esempio, ha ampliato e reso sempre più specifica la sua offerta formativa con i seguenti percorsi:
Master:
- Food&Beverage Manager
- Critica Enogatronomica
- Viticoltura
- Marketing del vino
- Banqueting Manager
Corsi:
- Cucina Professionale
- Cucina Giapponese
- Green Food
- Pasticceria
- Arte dell’impiattamento
- Food Photography
- Personal Food Shopper
- Professional Cuisine
- Tecniche di degustazione e abbinamento
- Cucina Thailandese
- Cucina Italiana
Specializzazioni:
- Cucina molecolare
- Dolci molecolari
- Cake design
- Glasse a specchio
- Dolci francesi
- Gelato Sushi
- Bar Chef
Le experience:
- Molecular Experienc