Una nuova partnership per diffondere cultura, consapevolezza e buone pratiche. Italian Food Academy (IFA) è orgogliosa di annunciare una nuova e importante partnership con RECUP, l’associazione che dal 2016 lotta contro lo spreco alimentare trasformando il cibo invenduto dei mercati in risorsa sociale e ambientale. Con questa collaborazione, IFA intende non solo sostenere le attività di RECUP, ma anche integrare il suo messaggio nei percorsi formativi, portando il tema dell’antispreco e del recupero al centro della cultura gastronomica italiana.
Chi è RECUP e perché è un modello di cambiamento
RECUP nasce a Milano, al Mercato di Papiniano, dall’intuizione di tre ragazze, Federica Canaparo, Ilaria Piccardi e Rebecca Zaccarini, che, davanti ai banchi pieni di frutta e verdura destinate a finire tra i rifiuti, hanno deciso di agire. Da quel gesto semplice è nata un’associazione che oggi conta 300 volontari attivi, recupera oltre 300 tonnellate di cibo all’anno ed è presente in più di 20 mercati a Milano, Roma e San Donato Milanese.
La missione di RECUP è chiara: dare nuova vita al cibo ancora buono e, allo stesso tempo, creare comunità. Nei mercati le eccedenze diventano occasione di incontro, scambio e condivisione: studenti, anziani, migranti e famiglie si ritrovano fianco a fianco, ridando dignità a frutta e verdura che il mercato non considera più “vendibili”.
Negli anni l’associazione ha ampliato le sue iniziative:
- eventi di sensibilizzazione e laboratori educativi,
- collaborazioni con aziende agricole e realtà della ristorazione per trasformare l’invenduto in marmellate, succhi e piatti creativi,
- coinvolgimento di oltre 800 volontari e 40 aziende in attività di volontariato aziendale,
- la recente petizione nazionale lanciata in occasione della Giornata ONU contro lo spreco alimentare (29 settembre), che chiede una legge per rendere obbligatorio il recupero nei mercati rionali.
«Il cibo non si butta. Si salva. Si condivide. E ora si deve proteggere con una legge», ricorda la portavoce Eleonora D’Elia. «Il 29 settembre non è solo una data simbolica, è il momento di agire», sottolinea. L’obiettivo di RECUP è raccogliere 3.000 firme entro quella data e 5.000 entro la fine dell’anno, chiedendo alle istituzioni di inserire il tema dello spreco alimentare nell’agenda legislativa nazionale.
Oltre la Buccia Fest: la sagra del cibo sovversivo
In occasione della Giornata ONU, RECUP ha organizzato anche Oltre la Buccia Fest, un doppio appuntamento a Milano (28 settembre) e a Roma (1° ottobre): laboratori di cucina e creativi per bambinə, momenti di convivialità con cena e aperitivo condivisi, quiz e musica. Un modo concreto e divertente per riflettere insieme su come ognuno di noi possa contribuire alla lotta allo spreco.
L’impegno di Italian Food Academy
Come accademia dedicata alla formazione nel mondo del food, IFA non poteva che sposare la visione di RECUP. La partnership nasce dalla convinzione che lo spreco alimentare non sia solo un problema ambientale ed economico, ma anche culturale: cambiare abitudini e mentalità è la prima ricetta per un futuro più sostenibile.
IFA si impegna quindi a:
- diffondere il messaggio antispreco di RECUP nei propri corsi e master,
- formare nuove generazioni di professionisti della cucina più consapevoli e responsabili,
- promuovere pratiche di recupero e valorizzazione degli alimenti nelle attività didattiche e laboratoriali,
- collaborare con RECUP in eventi e iniziative pubbliche per sensibilizzare la cittadinanza.
Un passo concreto verso il futuro
L’unione tra Italian Food Academy e RECUP è un segnale forte: il settore della formazione gastronomica e il mondo dell’attivismo sociale possono e devono collaborare per ridisegnare il rapporto tra cibo, persone e ambiente.
Nei piatti dei nostri allievi non ci sarà solo tecnica e creatività, ma anche consapevolezza: ogni ingrediente ha un valore, e imparare a rispettarlo è parte integrante della cultura gastronomica contemporanea.
Questa partnership è solo l’inizio: insieme vogliamo continuare a costruire una rete che unisca educazione, sostenibilità e solidarietà, dimostrando che il cibo recuperato è cibo buono, sano e capace di generare comunità.


