Nacque a Saluzzo nel 1904, originario di famiglia modesta e rappresenta ancora oggi la storia della cucina italiana.
Parliamo di Nino Bergese, già al lavoro dietro i fornelli all’età di 13 anni, per la famiglia del Conte Bonvicino sotto la guida del maestro Giovanni Bastone, futuro cuoco di casa Agnelli.
È in quegli anni che Nino Bergese apprende le ricette carpite dal suo mentore, annotate su un diario, che diventa per lui il suo tesoro.
A sedici anni è aiuto cuoco per il Conte Costa Carrù della Trinità, dove Nino Bergese ha l’onore di cucinare per i sovrani d’Italia, per il re Fuad d’Egitto, il Duca d’Aosta e il Duca di Genova.
La torta di compleanno per Umberto di Savoia
È stato Nino Bergese a preparare la torta per il 21° compleanno di Umberto di Savoia: una torta fiorentina, a base di pastafrolla, crema pasticcera, fondant al cioccolato e ghiaccia reale a base d’albume e zucchero a velo.
Lo chef dei re
Oltre ai reali di Savoia, Bergese è stato anche lo chef di tante altre famiglie aristocratiche, come i marchesi Baldi e i marchesi Medici del Vascello, i Wild, ricca famiglia di cotonieri e per il conte Alborio Mella di Sant’Elia.
Il ritiro a Genova
Dopo la seconda Guerra Mondiale, Bergese si ritira a Genova dove apre in Vico Indoradori, il ristorante La Santa. È qui che i suoi clienti hanno il piacere di assaggiare le sue prelibatezze, ricette sopraffine di una cucina tradizionale ben calibrata nei sapori, tanto che nel 1969, il locale conquista due stelle della guida Michelin.
Il ristorante dei vip dell’epoca
Presto il ristornate La Santa diventa il luogo di ritrovo dei vip dell’epoca: esponenti del mondo della cultura, del cinema, dell’arte e appassionati della buona cucina italiana, si riuniscono qui.
E pare che anche i re senza trono come Costantino di Grecia e Michele di Romania presto fanno tappa nel noto ristorante.
Le ricette di Nino Bergese
Grazie all’intervento di Giangiacomo Feltrinelli, Bergese si convince anche a raccogliere le sue ricette in un libro dal titolo “Mangiare da re”, pubblicato dopo la morte dello chef.
Quella lasciata da Nino Bergese è un’eredità culinaria importantissima, testimonianza di un’alta cucina italiana, in parte scomparsa e in parte rediviva grazie ai più grandi chef italiani di oggi.
Il talento d’altri tempi che ha segnato la storia della cucina italiana
Chi lo ricorda e chi ha scritto di Bergese, non ha potuto non sottolineare il talento dello chef piemontese, un vero e proprio artista in cucina, capace di unire la preziosa tecnica appresa in anni di esperienza formativa e a una creatività che sapeva esprimersi liberamente.
La sua fama a livello mondiale, non a caso, gli valgono ancora oggi l’appellativo di “Cuoco dei re, re dei cuochi”.
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