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Cinque sfumature di caffè: tutto il sapore della bevanda nera a spasso per il mondo

17 Gennaio 2023
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Preparato a casa con la moka o consumato al bar come espresso o cappuccino, il caffè accompagna le giornate di ognuno di noi da oramai illimitato tempo, tanto da essere diventato un fenomeno non solo gastronomico, quanto innanzitutto culturale. Corto, lungo, macchiato, corretto: quello della scelta tra le differenti varianti non è un momento fine a se stesso, ma permette al barista di instaurare con gli appassionati di caffè un clima di amichevole fiducia.

Tuttavia, siamo felici di aver scoperto che il rito del caffè è molto più ampio del previsto, e si allarga ben oltre i confini nazionali: il caffè è il risultato di un complesso percorso fatto di ricerca, selezione, commercio e promozione. Bere il caffè è un atto d’amore verso noi stessi, un’occasione di relax, ma è anche la storia di una lunga e faticosa avventura: racconta di popoli lontani e di usi e costumi diversi, e lo fa col suo linguaggio elegante, curioso e universale. Per questo articolo abbiamo scelto cinque luoghi che traducono tutta la passione per l’intenso liquido scuro più celebre del pianeta in cinque storie che fondono tradizione e modernità.

Il buon caffè fa cultura e regala emozioni

C’è chi dice che per il caffè i greci abbiano una fissazione pari, o addirittura superiore, a quella di noi italiani… può darsi! Certamente berlo è un rito antico, che cambia a seconda delle stagioni: calmo e ozioso durante l’inverno, allegro e conviviale in estate, quando i kafenion si popolano di turisti. Il caffè greco è però molto diverso dal nostro: la preparazione prevede la bollitura del grano nel briki, un pentolino in rame largo alla base con il manico lungo e stretto e una volta formatasi la kaimaki, ossia una schiuma bella corposa, allora sarà pronto per essere consumato.
A Cipro si beve il frappè coffee: una sorta di caffè istantaneo mescolato con l’acqua e talvolta arricchito da un’aggiunta di latte; il risultato è una bevanda scura con una soffice e abbondante schiuma bianca sopra.
In Marocco si consuma sempre da seduti, e anche quando si ordina un espresso, è sempre lungo; di solito zuccherato e dal sapore leggermente acidulo, il caffè qui è fortemente speziato e protagonista di rituali che nulla hanno da invidiare a quelli del tè che, accompagnato dalla menta, rappresenta la bevanda marocchina per eccellenza. Il cosiddetto caffè marocchino che ci piace tanto, preparato con cacao, latte e caffè espresso, invece, contrariamente a quanto si possa pensare, è una bevanda nata in Piemonte, precisamente ad Alessandria: il nome fu scelto perché il colore della bevanda ricorda quello di un particolare tipo di pellame utilizzato in Marocco negli anni Trenta.
Negli anni del Comunismo, i russi hanno sempre prediletto il tè: il caffè era ritenuta una bevanda per pochi. Poi, nel corso degli ultimi decenni le cose sono cambiate: il caffè ha preso sempre più spazio e ora lo si beve a qualsiasi ora del giorno. Il raf, ossia un caffè vanigliato, è tra i più richiesti a Mosca, ma c’è anche chi lo preferisce abbinato a cognac o limoncello. A San Pietroburgo, invece, il caffè ha il sapore delle notti bianche: lo si beve sempre accompagnato da una soffice crema di latte; in Siberia, infine, lo amano con i pinoli.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, i finlandesi erano soliti aggiungere al caffè cereali, come segale e orzo, e perfino verdure come la cicoria. Oggi, questo popolo riceve il merito di aver creato il primo caffè al mondo coltivato in laboratorio: questo prodotto innovativo risponde ad una richiesta in continuo aumento, ossa quella di rendere più sostenibile la produzione di questa bevanda la cui coltivazione contribuisce, purtroppo, alla deforestazione. Tuttavia, il vero impatto di questo lavoro scientifico si vedrà concretamente una volta ricevuto il consenso da parte delle aziende che sono disposte a ripensare la produzione di ingredienti alimentari per poi commercializzarli, da considerare per ultimo, infine, resterà il tema del gusto… ma come si dice, chi ben comincia è già a metà dell’opera!

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Il corso di specializzazione per Coffee Specialist di Italian Food Academy è rivolto a quanti vogliono diventare degli esperti del caffè, imparando a definirne la qualità in maniera obiettiva: dal processo di tostatura fino alla conservazione, questa bevanda non avrà più segreti per tutti coloro che decideranno di intraprendere questo affascinante percorso di formazione.

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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