La storia e la cultura dei Samurai hanno sempre affascinato tutti gli amanti della cultura giapponese, specialmente per quanto concerne le proverbiali abitudini adottate nei secoli da questi guerrieri. Samurai era il nome con il quale erano identificati i membri della casta militare del Giappone feudale: abilissimi nel maneggiare la katana, celebre spada ricurva, basavano tutta la loro vita su di un codice d’onore, il Bushidō.
Composto da una serie di regole e principi filosofici, il Bushidō rappresentava una risorsa essenziale: detto anche “La Via del guerriero” conteneva la visione del mondo, l’etica, la disciplina adottata da questi uomini per tutto il corso della loro esistenza, basta sul fondamentale dovere di “servire”, nel pieno senso letterale del termine.
La vita del Samurai non aveva valore di per sé e la sua dignità dipendeva totalmente dal rapporto di fedeltà col sovrano; la violazione di una sola regola conosceva un’unica soluzione: il sepukku, suicidio rituale nonché unica possibilità di recuperare l’onore perduto.
Fortemente influenzata dalle abitudini e dalle tradizioni culturali, era la dieta alimentare dei Samurai: nei periodi di pace comprendeva varie qualità di legumi, riso, verdure, pesce, carne, il tutto irrorato da abbondante sakè, bevanda alcolica tradizionale. Normalmente, consumavano tre pasti al giorno, mentre i nobili ne facevano due e i monaci uno.
Mentre per loro la carne era un piatto fondamentale, i nobili e i monaci non la consumavano in ottemperanza alle regole buddiste; il latte e lo zucchero erano conosciuti solo come medicamenti mentre il tè, grazie all’introduzione di una tradizione totalmente plasmata da questi uomini non venne più visto come un medicinale, ma come una vera e propria bevanda, consumata durante un’attenta e meticolosa cerimonia.
Quando i Samurai combattevano, ricevevano come ricompensa del riso chiamato koku: un koku equivaleva alla quantità di riso necessaria per nutrire un uomo per un anno; a volte questi soldati venivano pagati in monete d’oro chiamate ryo: una moneta corrispondeva ad un koku.
Un merito notevole, nonché una curiosità super interessante, risiede nel fatto che a sancire il successo dell’ekibentō fu il samurai Oda Nobunaga, che scelse di distribuire agli ospiti del castello dei pasti semplici e pratici.
Col tempo, il portapranzo divenne un accessorio immancabile durante le gite fuoriporta, e ancor di più con il boom della ferrovia industriale. Col tempo i Samurai hanno perso gradualmente la loro funzione militare ed i loro privilegi, tanto che ad oggi non esistono più; tuttavia il Bushidō, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento fondamentali. Assieme ad esso, anche la loro alimentazione in qualche modo sopravvive: la chiamano dieta del Samurai e consiste nel nutrirsi in modo equilibrato e sano con l’obiettivo di essere più forti, proprio come facevano gli antichi guerrieri.
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