Grano, chicchi di melograno, gocce di cioccolato, uva, fichi secchi, noci e nocciole e vin cotto: ecco sua maestà la colva, il dolce tipico dei morti che si prepara in Puglia.
Se volessimo risalire alle origini della colva, molto probabilmente dovremmo scomodare gli antichi Greci e i Romani, dove una ricetta simile alla colva veniva preparata per commemorare i defunti.
Un’usanza che poi il Cristianesimo ha inglobato e rielaborato, facendola diventare una tradizione sua.
Il nome “colva” sembra derivare dal termine latino “columen,” che significa “offerta” o “preghiera,” indicando il suo legame con i rituali di commemorazione. A testimonianza di ciò, nei secoli scorsi, le famiglie pugliesi preparavano la colva come dono per le anime dei defunti e la distribuivano ai poveri in segno di carità.
La colva è un dolce che non necessita di cottura e su gusta al cucchiaio. I suoi ingredienti sono naturali e semplici, tipici della dieta mediterranea. Questi elementi si trovano facilmente in autunno, e in particolare a novembre.
Il grano cotto è alla base della colva: viene bollito a lungo fino a diventare tenero e poi condito con chicchi di melograno, che rappresentano simbolicamente il sangue e la vita eterna. Noci e mandorle aggiungono una nota croccante e una ricchezza di nutrienti, i fichi secchi donano dolcezza e una consistenza particolare, l’uvetta e spesso anche gli acini d’uva è l’elemento morbido e zuccherino, il cioccolato fondente è una moderna aggiunta, che spesso accompagna la ricetta tradizionale per esaltarne il gusto. Il tutto unito e amalgamato dal vino cotto o dal miele.
Più di un dolce, la colva è un simbolo di memoria, un modo per “nutrire” idealmente i defunti e accompagnarli nella loro nuova vita ultraterrena. Ogni ingrediente ha una forte valenza simbolica: il grano rappresenta la rinascita e la fertilità, i chicchi di melograno simboleggiano l’immortalità dell’anima, mentre i fichi e le noci evocano l’abbondanza.
La Puglia è la regione dove si prepara la colva per il giorno dei morti. un rito, dove ogni componente della famiglia contribuisce alla preparazione. Il dolce viene spesso offerto anche ai vicini e condiviso, perpetuando l’antica tradizione della condivisione e dell’unità familiare in questo momento di riflessione spirituale.