Le reti ferroviarie giapponesi sono tra le prime al mondo per densità di passeggeri e il treno è sicuramente il mezzo di trasporto più sicuro, puntuale e confortevole del Paese.
Quasi tutto il territorio è percorso da fitte strade ferrate e, oltre ai celebri Shinkansen, treni ad altissima velocità che rappresentano uno dei più grandi successi tecnologici del Giappone postbellico, c’è una moltitudine di linee minori che per molti giapponesi costituiscono una vera e propria attrazione.
Il viavai tipico delle stazioni e dei treni che pullulano costantemente di persone, ha creato una cultura del cibo completamente nuova, rappresentata dall’ ekiben, termine composto da eki, che significa stazione, e bento, ossia cestino da pranzo.
L’ ekiben è un pasto pronto da consumare durante gli spostamenti: accuratamente imballato, racchiude numerosi piccoli assaggi disposti in modo ordinato. Addirittura, nell’arte del “kyaraben”, i componenti dell’ekiben sono sistemati in modo da raffigurare personaggi di anime, manga e videogiochi; mentre nel metodo di preparazione chiamato “oekakiben” i cibi danno vita a persone, animali, piante, fiori e monumenti. A buon mercato, delizioso e abbondante, questo piatto da apprezzare guardando il paesaggio che sfila di fronte al finestrino, rappresenta un’esperienza autentica.
La nascita dell’ekiben
La pratica dell’ekiben nasce negli anni Settanta dell’Ottocento con lo sviluppo dei tragitti a lunga distanza. In quel periodo, fu inaugurata la prima linea ferroviaria del Giappone, che collegava Tokyo con Yokohama e presto in molti divennero pendolari. A quei tempi, i commercianti vendevano pasti pronti in scatole di legno correndo su e giù per binari affollati e ogni volta che una linea ferroviaria veniva inaugurata in una nuova città, nasceva un nuovo ekiben regionale. La popolarità dei treni crebbe a ritmi esponenziali in tutto il Paese e questa pietanza nelle sue mille varianti, condivise lo stesso destino. Poiché all’epoca i treni “proiettile” ad alta velocità erano fantascienza, i viaggi erano molto lunghi: preparato con ingredienti freschissimi (data anche l’assenza del frigorifero a quei tempi!) l’ ekiben divenne la soluzione ideale per il numero sempre maggiore di giapponesi affamati.
Le diverse varianti di ekiben
Esistono ekiben per tutti i gusti: tra le diverse tipologie di ekiben, due sono le scatole dalla forma più originale, la prima si chiama “hangetsu” ed è a forma di mezzaluna, la seconda è lo “shokado”, un contenitore diviso in quattro scompartimenti delle stesse dimensioni ispirate al recipiente in cui i pittori miscelavano colori e inchiostri. Scopriamo alcuni ekiben particolarmente apprezzati!
· Shinkansen E7 Eki Bento
Questa tipologia è davvero particolare: è a forma di Shinkansen. Contiene pezzi molto classici, come gli onigiri, pollo fritto, frittelle di gamberetti.
· Hipparidako Meshi
Questo bento include riso, polpo e verdure, il tutto all’interno di una pentolina di ceramica riutilizzabile. Il nome di questo piatto significa letteralmente “polpo molto richiesto”: la popolarità deriva proprio dalla sua prelibatezza!
· Moo Taro Bento Mie
Gli amanti della carne di manzo in visita alla prefettura di Mie, non possono non provare il Moo Taro Bento.
Questo pasto, composto da carne di manzo giapponese di prima qualità, riso e verdure, viene servito in un contenitore a forma di mucca che suona quando lo si apre.
· Daruma Bento Gunma
La bambola Daruma è il simbolo della prefettura di Gunma. Questo tradizionale personaggio ha le sembianze del fondatore del buddhismo zen ed è simbolo di buona fortuna. Il Daruma Bento viene riempito con riso, pollo e verdure locali di Gunma e l’involucro è pensato per poi essere utilizzato come salvadanaio.
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