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Cucina Giapponese? Non è solo sushi e ramen

30 Ottobre 2019
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Cucina giapponese uguale sushi. L’equazione non è proprio esatta. Rimandare infatti questa antichissima e ricchissima tradizione culinaria ai soli sushi e ramen è davvero riduttivo e ci si perde invece una infinità di prelibatezze, tutte da conoscere.

Ecco perchè Italian Food Academy organizza il suo corso di Cucina Giapponese, che propone nelle sue lezioni tante preparazioni originali giapponesi che stupiscono sempre i partecipanti.

Ma quali sono i piatti “non mainstream” della cucina giapponese da conoscere, oltre al sushi e al ramen?

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Edamame: i baccelli di soia
Karaage: pollo marinato fritto
Yakitori: spiedini grigliati di pollo
Tonkatsu: cotoletta di lonza di maiale tagliata alta e fritta
Tamagoyaki: una frittata di uova con sale e anche zucchero, girata più volte su stessa con un gusto ‘sbruciacchiato’
Hiyayakko: formaggio di soia o tofu, con salsa di soya, zenzero, cipolla invernale negi e katsuobushi (un ingrediente importantissimo della cucina giapponese, ottenuto grattugiando in piccoli fiocchi filetti di tonnetto striato essiccato, fermentato e affumicato)
Chasyu: arrosto di pancetta di maiale (si trova anche nel ramen)
Chawanmushi: composto di battuto d’uova cotto al vapore, adagiato sul brodo caldo sul quale vengono poste vongole sgusciate e uova di salmone selvaggio (ikura) e kamaboko (le rondelle di surimi)
Usuzukuri: carpaccio di pesce bianco marinato in salsa ponzu (sake dolce e aceto di riso).

Donburi: ciotole di riso ricoperte di vari ingredienti:
Unajyu con anguilla alla griglia, Tendon con verdure e gamberi in tempura, Katsudon con la cotoletta alta di lonza di maiale avvolta in glassa d’uovo e cipolle, Tori katsudon (stesso piatto ma di pollo), Tamago toji gyudon (straccetti di manzo).

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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