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Wine Marketing: l’intervista alla docente IFA Mihaela Cojocaru

6 Settembre 2024
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Mihaela Cojocaru, originaria della Romania e trasferitasi in Italia da molti anni, lavora nel settore vinicolo dal 2007. Ha iniziato come export manager per una grande cantina pugliese, per poi affermarsi come consulente e broker indipendente nel mondo del vino.

Docente di IFA al Master in Wine Marketing e al Master per Food Export Manager e sommelier AIS dal 2013, Mihaela ha intrapreso il suo percorso formativo nel settore, ottenendo brillanti risultati. Ha completato con successo la formazione come educatrice WSET a Londra ed è stata approvata come giudice per il prestigioso London International Wine Challenge.
Attualmente, oltre a insegnare in corsi e master, gestisce la propria attività di consulenza specializzata in export, digital marketing, formazione, organizzazione di eventi B2B e degustazioni. Con oltre 15 anni di esperienza nel settore vinicolo, ha approfondito ogni aspetto dell’industria, dal back office all’enoturismo, fino alla gestione strategica delle esportazioni.

Ѐ, inoltre, autrice del volume “Metodo WINExcel”, una guida per le cantine, export manager e wine broker alle prime armi che desiderano ampliare la loro presenza sui mercati internazionali. 

L’abbiamo incontrata per farci raccontare del suo libro e della sua attività, non senza consigli sulle strategie di wine marketing più efficaci e sui primi passi che deve compiere un professionista dell’export del vino che si sta avvicinando a questo settore.

Di cosa parla il suo libro?

Il mio libro sintetizza 17 anni di esperienza nel settore vinicolo, offrendo un percorso pratico e dettagliato. Il titolo “WINExcel” unisce i concetti di vittoria (“WIN”) ed eccellenza (“Excel”), riflettendo l’obiettivo di aiutare le aziende a eccellere nel competitivo panorama globale.
Il metodo si articola in tre fasi principali: analisi aziendale interna, preparazione e vendita. Ogni fase è progettata per aiutare le cantine a presentarsi in modo professionale e a ottenere risultati concreti. Questo approccio si basa su esperienze dirette e su anni di studio e formazione, fornendo uno strumento concreto per affrontare le sfide dell’export vinicolo.


Come vede l’evoluzione del mercato globale del vino nei prossimi cinque anni e quali consigli darebbe alle aziende per prepararsi a queste nuove dinamiche?

Nei prossimi cinque anni prevedo un’evoluzione caratterizzata da un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità, alla digitalizzazione e alla personalizzazione dell’esperienza del consumatore. I mercati emergenti acquisiranno un’importanza crescente, mentre i consumatori diventeranno più informati e selettivi, cercando prodotti che riflettono valori autentici e un legame profondo con il territorio.
Per prepararsi a queste dinamiche, le aziende devono adottare una strategia variegata. Investire nella sostenibilità è fondamentale non solo per rispondere alle aspettative dei consumatori, ma anche per ottimizzare le pratiche aziendali. Allo stesso modo, la formazione continua del personale e l’educazione dei consumatori sono essenziali per rimanere competitivi. Un team ben formato può interpretare i trend di mercato e rispondere efficacemente alle esigenze dei consumatori. Educare il pubblico attraverso eventi, degustazioni e comunicazioni mirate rafforza il legame con il brand.
L’innovazione deve essere al centro della strategia aziendale. È cruciale aprirsi alle nuove tendenze, come i vini naturali e biologici, e rispondere proattivamente alle richieste del mercato. Inoltre, sviluppare una forte presenza digitale attraverso e-commerce, social media e altre piattaforme è essenziale per raccontare la propria storia e coinvolgere il pubblico in modo autentico e interattivo. Essere flessibili e pronti ad adattarsi ai cambiamenti è fondamentale per cogliere le opportunità a livello internazionale.


Quali sono le strategie di marketing più efficaci che le aziende vinicole italiane dovrebbero adottare per distinguersi sui mercati internazionali?

Per le aziende vinicole italiane che vogliono distinguersi sui mercati internazionali, è essenziale combinare tradizione e innovazione. La narrazione autentica è fondamentale: ogni vino racconta una storia unica legata al territorio e alla cultura locale. Comunicare questa storia in modo coinvolgente aiuta a creare un legame emotivo con i consumatori. Investire nel marketing digitale è cruciale. Adattare la comunicazione ai gusti locali e partecipare a fiere in loco può fare una grande differenza. La formazione del consumatore è altrettanto importante. L’Italia è famosa per le sue oltre 400 tipologie di uve, ognuna con caratteristiche uniche. Educare i mercati internazionali attraverso degustazioni comparative, masterclass e corsi online permette di far conoscere e apprezzare questa ricchezza. Inoltre, le collaborazioni con influencer, ristoranti e distributori locali possono amplificare la visibilità del brand.


Quali sono gli errori più comuni che le aziende commettono quando cercano di esportare i loro vini, e come possono evitarli?

Tra gli errori più comuni delle aziende noto la mancanza di una strategia ben definita. Molte lanciano i loro prodotti sui mercati internazionali senza un’analisi approfondita delle dinamiche locali, delle preferenze dei consumatori e della concorrenza. Questo porta a un posizionamento non efficace e a una difficoltà nel raggiungere il pubblico giusto. Un altro errore frequente è la sottovalutazione dell’importanza della comunicazione e del branding. Spesso ci si concentra solo sul prodotto, dimenticando che il successo all’estero dipende anche dalla capacità di raccontare una storia convincente e di costruire un’identità forte e riconoscibile. È cruciale adattare il messaggio al mercato locale e tenere conto delle differenze culturali.


Nel contesto attuale, quanto è importante il ruolo delle tecnologie digitali nell’export di vino e cibo, e quali strumenti suggerisce di utilizzare per migliorare la visibilità sui mercati esteri?

Le tecnologie digitali sono fondamentali per l’export di vino e cibo, poiché facilitano l’accesso ai mercati internazionali e offrono opportunità per migliorare la visibilità e la competitività dei prodotti. È cruciale avere una piattaforma online ben strutturata, ottimizzata per i motori di ricerca globali, per garantire che i vostri prodotti raggiungano il pubblico giusto.
Le piattaforme social come Instagram, Facebook, YouTube e LinkedIn sono strumenti potenti per raccontare la storia del brand e interagire con i consumatori. Condividere contenuti visivi coinvolgenti e partecipare alle conversazioni online aumenta la notorietà e l’interesse per i vostri prodotti. Il content marketing è altrettanto importante: creare e distribuire contenuti di alta qualità, come blog e video, aiuta a costruire un brand autorevole e a educare il pubblico sulla qualità e sull’unicità dei vostri prodotti. L’email marketing rimane un mezzo efficace per mantenere il contatto con clienti esistenti e potenziali, aggiornandoli su novità e promozioni. Infine, l’uso di strumenti di analisi dei dati, come Google Analytics, è cruciale per monitorare le performance delle campagne e comprendere meglio le preferenze dei consumatori. Questi strumenti consentono di ottimizzare le strategie di marketing e di affinare l’offerta. Nel corso di “Wine Marketing,” dove ho il piacere di insegnare, esploro in dettaglio come integrare efficacemente le tecnologie digitali nelle campagne di marketing, offrendo ai corsisti la possibilità di apprendere e applicare le tecniche più avanzate.

Quali sono gli elementi chiave che principalmente contribuiscono al successo delle aziende vinicole oggi?

L’innovazione continua è cruciale: le aziende che adottano tecniche all’avanguardia nella produzione e nella presentazione dei loro vini spesso ottengono un vantaggio competitivo significativo. Rispondere alle esigenze e alle preferenze in evoluzione dei consumatori è essenziale per restare rilevanti e competitivi. Networking e relazioni solide con partner commerciali, come distributori e importatori, facilitano l’espansione nei mercati internazionali e garantiscono una distribuzione efficace. Inoltre, una gestione efficiente delle risorse e dei costi contribuisce a mantenere alta la qualità del prodotto e a migliorare la redditività. In sintesi, un equilibrio tra innovazione, capacità di adattamento alle esigenze del mercato e gestione strategica delle risorse è fondamentale per il successo nel settore vinicolo.


Come affronta nel suo libro la questione delle differenze culturali e delle preferenze di gusto tra i vari mercati? Quali consigli offre per adattare l’offerta di vini a queste variabili?

Nel “Metodo WINExcel” affronto le differenze culturali e le preferenze di gusto tra i vari mercati offrendo consigli pratici per adattare l’offerta di vini alle specificità locali. Analizzo i gusti predominanti nei diversi mercati e fornisco indicazioni su come rispondere a queste preferenze, che possono variare notevolmente.
Sottolineo l’importanza di rimanere aggiornati, poiché le tendenze possono evolvere rapidamente. Consiglio di mantenere una costante attenzione alle letture di settore e alle ricerche di mercato per adattare continuamente l’offerta e rispondere ai gusti emergenti e alle preferenze dei consumatori.

Per chi è alle prime armi nel settore dell’export di vini e alimenti, quali sono i primi passi fondamentali che suggerisce di compiere?

Per chi è alle prime armi, credo che ci siano alcune competenze essenziali che un export manager deve sviluppare. Il networking è fondamentale per costruire e mantenere relazioni con distributori, importatori e altri professionisti del settore. È cruciale ascoltare attentamente le esigenze dei clienti e fare domande mirate per comprendere appieno le loro problematiche, così da sviluppare soluzioni win-win. Essere cordiali e mettere i clienti a proprio agio fa davvero la differenza.
Inoltre, investire nella formazione continua è un passo chiave per affinare competenze in vendite, marketing, degustazione e comunicazione. Queste competenze aiutano a navigare con successo nel mercato dell’export e a emergere come leader nel settore. Seguendo questi consigli e impegnandoti nella crescita personale, sarai ben equipaggiato per affrontare le sfide dell’export vinicolo e alimentare con successo il tuo business. Per ulteriori dettagli, ti invito a seguire il mio profilo Instagram @mihaelacojocaru_wine e a tenere d’occhio l’uscita del mio libro!

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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