Nel mondo della cucina, l’arte del Kaiseki giapponese è considerata una delle forme più elevate di esperienza gastronomica. E se vi dicessi che c’è un maestro che ha portato questa antica tradizione del Sol Levante in Italia, trasformandola con una creatività sorprendente?
Chi è Satoshi Hazama
Lui è il maestro Satoshi Hazama, chef e docente di Cucina Giapponese presso l’Italian Food Academy, un percorso che ha introdotto al suo interno proprio una preziosa parte dedicata alla cucina Kaiseki.
La passione culinaria di Satoshi Hazama ha radici profonde nelle tradizioni delle sue nonne Teru, Tomi e della madre Toshiko. Dopo un’intensa formazione al ristorante “Nadaman” a Yokohama, Hazama decide di esplorare l’Occidente e si stabilisce nelle Langhe Piemontesi. Il suo viaggio culinario inizia nell’Osteria Profumo Divino a Treiso, seguito da esperienze in diverse realtà italiane come Milano, Polesine Zibello, e Firenze. Nel 2020, apre il suo Ristorante Hazama a Milano, dove la tradizione giapponese del Kaiseki si fonde armoniosamente con le eccellenze culinarie italiane, creando un’esperienza culinaria unica.
La cucina Kaiseki a Identità Golose diventa “disobbediente”
Il tema di quest’anno di Identità Golose è stato la “disobbedienza”. La rivoluzione culinaria al centro della riflessione dell’evento si basa sull’idea che non esista innovazione senza disobbedienza. Il concetto è quello di agire come protagonisti diretti anziché subire gli eventi, sfidando le convenzioni e cercando nuove direzioni in tutti gli aspetti della ristorazione, dalla sala alla cucina, dai rapporti umani alle nuove forme di organizzazione e comunicazione. L’obiettivo è cambiare le regole, immaginare scenari diversi e sperimentare, poiché l’innovazione nasce dalla disobbedienza.
La presenza di Satoshi a Identità Golose 2024 ha scosso le fondamenta della cucina tradizionale giapponese, portando con sé una ventata di innovazione e arditezza culinaria. Hazama non è solo un cuoco maestro, è un ribelle del gusto, un’anima audace che non ha paura di rompere le regole pur mantenendo intatta l’essenza della cucina giapponese.
Sul palco di Identità Golose, nella sezione “Identità di Pesce”, Hazama ha presentato un piatto che ha fatto scalpore: un Owan con un brodo dashi, ma con una ribellione sottile.
La sua disobbedienza? Ha abbandonato la ricetta tradizionale, che prevede l’uso di alga kombu e katsobushi per il dashi, e ha optato per una forma elevata del brodo, ottenuta dalla lenta cottura dello scheletro e delle guance di ricciola.
Questo audace mix di tradizione giapponese e tecniche innovative non è l’unico tratto distintivo del lavoro di Hazama. Egli abbraccia anche le materie prime italiane e stagionali, creando un ponte tra Oriente e Occidente attraverso gli ingredienti.
Ad esempio, anziché utilizzare il tradizionale yuzu, ha impiegato bergamotto, limone o arance, aggiungendo così un tocco mediterraneo unico alle sue creazioni.
Dai banchi di Italian Food Academy al fianco di Satoshi: la storia di Rosalinda Lassandro
Con lo chef Satoshi, sul palco di Identità Golose c’era anche Rosalinda Lassandro, ex allieva del corso di Cucina Giapponese presso l’Italian Food Academy e attuale assistente dello chef. Il percorso di Rosalinda è un esempio lampante dell’impatto che la formazione di Hazama può avere sulle vite e sulle carriere culinarie. Da banconista in pescheria, sotto la guida di chef Satoshi e con la formazione ricevuta grazie al nostro corso, Rosalinda sta crescendo, dimostrando che la passione e la dedizione possono trasformare un’esperienza di apprendimento in una carriera arricchente e appagante.