Il movimento vegano è molto attivo sui media digitali e sta portando avanti da anni una decisa campagna di sensibilizzazione che spesso provoca forti reazioni negli onnivori, riuscendo a mettere in crisi abitudini e atteggiamenti consolidati nel tempo. La polarizzazione del dibattito tra opposti fanatismi rischia di deviare il discorso dai suoi binari logici, ovvero le valutazioni sulle conseguenze per la salute personale di una scelta compiuta per motivazioni etiche.
Con questo articolo vogliamo quindi, con atteggiamento assolutamente obiettivo, delineare pregi e difetti della dieta vegana (priva anche di uova e derivati del latte) dal punto di vista della qualità dell’alimentazione e delle conseguenze sulla salute.
L’AND (Academy of Nutrition and Dietetics) istituzione USA tra le più autorevoli del settore, ha pubblicato nel 2009 una ricerca che conferma esplicitamente quanto già pubblicato nel 1996 e nel 2003, delineando una tendenza ormai ventennale che lascia pochi dubbi. Le conclusioni del report dell’AND, che si basa su 256 articoli scientifici internazionali, sono chiare: “le diete vegetariane correttamente pianificate – comprese le diete vegane – sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie tipiche della modernità”. Vediamo insieme quali.
Ipertensione
Quando i valori di pressione arteriosa superano i valori di 140 per la massima e di 90 per la minima aumenta considerevolmente il rischio di problemi vascolari come insufficienza cardiaca, ictus cerebrale, infarto cardiaco. Inoltre l’ipertensione danneggia anche i piccoli vasi del rene e dell’occhio, provocando insufficienza renale e problemi visivi.
Si tratta di una patologia molto diffusa in Italia, che colpisce il 33% degli adulti. Una dieta a base di cibi vegetali mantiene nella norma i valori di pressione arteriosa, un effetto che dipende dagli elevati contenuti di potassio degli alimenti scelti e agli effetti sulla riduzione del peso corporeo e sulla viscosità del sangue.
Aterosclerosi
L’aterosclerosi è una patologia caratterizzata da una infiammazione cronica delle arterie di grande e medio calibro. Infiammazione dovuta all’accumulo e alla ossidazione delle lipoproteine nella parete arteriosa, un evento che produce un insieme di lesioni, la più tipica delle quali è la placca aterosclerotica. Con il passare degli anni le placche aterosclerotiche causano infarto cardiaco, ictus cerebrale e di arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori. L’aterosclerosi è la maggior causa di morte nei paesi industrializzati e si può manifestare anche in persone giovani.
Obesità e sovrappeso
Molti studi medici concordano nell’associare alle persone sovrappeso (con indice di massa corporea compreso tra 25 e 30) una riduzione della speranza di vita di almeno 10 anni, con alta diffusione, negli ultimi anni di vita, di patologie a carico della struttura osteo-articolare e del sistema circolatorio.
L’obesità (IMC superiore a 30) è stata invece definita la seconda causa di “morte evitabile” dopo il fumo. Tenere sotto controllo il peso è quindi un fattore prioritario per la salute di uomini e donne.
Scegliendo di nutrirsi di cibi vegetali naturali, poco calorici, e adottando uno stile di vita non sedentario è possibile quindi aumentare sia l’aspettativa che la qualità della vita.
Diabete mellito
È una malattia generata dall’incapacità dell’organismo di controllare il metabolismo degli zuccheri, per la mancanza delle giuste quantità di insulina, l’ormone deputato a questa azione regolatrice.
Per prevenire il diabete di tipo 2, il più diffuso, bisogna adottare una dieta in cui vi sia abbondanza di carboidrati complessi e fibre, con limitate quantità di grassi, calorie e zuccheri.
Cancro
Patologia sempre più diffusa nella nostra società, causata da inquinamento ambientale, errati stili di vita e cattive abitudini alimentari. In particolare alcuni tipi di cancro, come quello al colon-retto e al seno, sono stati associati alle diete tipiche di diversi popoli in ricerche di durata pluriennale. Nel nostro Paese una forte incidenza di tumori di questo genere è presente nella popolazione dell’Emilia Romagna, una terra in cui il consumo di carne di suino è particolarmente alto.
Da questi studi è nata l’avvertenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’ottobre 2015 a proposito dei rischi legati al consumo di carni lavorate. Le linee guida per la prevenzione dei tumori raccomandano il consumo di frutta e verdura e non a caso i gruppi di vegetariani coinvolti nelle ricerche hanno dimostrato una minore incidenza statistica (anche del 30%) di questi tipi di cancro.
I difetti della dieta vegana
Il problema più diffuso per quanto riguarda la dieta vegana è quello dell’insufficiente approvvigionamento di alcuni minerali e vitamine, come ad esempio il ferro, il calcio, la vitamina B12 e la vitamina D. Inoltre anche da un punto di vista proteico la quantità media giornaliera può facilmente scendere sotto la soglia della sufficienza, in quanto il contenuto di proteine negli alimenti vegetali è basso.
Bisogna inoltre sottolineare che l’assorbimento del ferro nell’organismo umano dipende dalla forma che esso ha nell’alimento in questione. Il ferro emico è meglio assorbito di quello non-emico, e la differenza di assorbimento può arrivare anche al 75%.
Anche l’eccessivo apporto di fibra può generare problemi, creando un eccesso di acido fitico, sostanza che ostacola l’assorbimento di alcuni minerali, principalmente calcio, ferro e zinco, che abbiamo visto essere già poco presenti nell’alimentazione vegana.
Fonti:
nutrizionesuperiore.it
my-personaltrainer.it