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È ufficiale, il sushi fa bene alla salute

13 Gennaio 2017
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Da oggi tutti i maniaci della cucina giapponese hanno una scusa in più per andare a mangiare sushi: “me lo ha ordinato il dottore”, potranno dire ad amici e parenti. Il professor Massimo Cocchi, docente di biochimica della nutrizione dell’università maltese LudeS, ha pubblicato i risultati di un’approfondita ricerca che mette in luce tutti gli effetti che una dieta ricca di pesce crudo produce sul corpo umano. I risultati sono sorprendenti.

Grazie alla vitamina D e agli acidi grassi polinsaturi Omega 3, presenti in percentuali elevate nel pesce crudo, chi lo consuma abitualmente ottiene una consistente riduzione degli effetti dell’invecchiamento, un miglior funzionamento del sistema cardiovascolare e una prolungata efficienza della funzione cognitiva.

Il meccanismo indotto da queste sostanze agisce a livello cromosomico: gli Omega 3 contribuiscono a rallentare l’accorciamento dei telomeri, membrane protettive situate in cima ai cromosomi, i veicoli del DNA. La riduzione di queste membrane è tra le principali cause dell’invecchiamento cellulare, soprattutto a livello di epidermide.

Altre preziose sostanze nutritive riscontrate nel pesce crudo sono: il tocoferolo (vitamina E), il coenzima Q10, alcune vitamine del gruppo B e la taurina, un importante amminoacido che incide in modo positivo sul metabolismo degli adipociti, favorendo il mantenimento del peso corporeo entro parametri di normalità.

Non solo sushi

I pesci più sani e più ricchi di queste sostanze sono il salmone, il tonno e le alici. Ovviamente i vantaggi di questo tipo di dieta non sono esclusivi della cucina giapponese ma di tutte le tradizioni culinarie che prevedono un forte consumo di pesce crudo. Pensiamo soprattutto alle tradizioni pugliesi e siciliane, in cui frutti di mare, pesce azzurro e grandi predatori marini sono presenti in abbondanza, in vari periodi dell’anno. Un motivo in più, per chi vive lontano dal mare, per decidere di passare qualche settimana di vacanza in queste regioni, ben decisi ad esaurire tutti i buffett di antipasti di mare crudi, di ogni ristorante incontrato lungo la strada. Sempre su prescrizione medica, si intende.

Fonte: Repubblica.it

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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