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Diamo il benvenuto all’anno del Coniglio: a tavola si celebra con i piatti tipici

25 Gennaio 2023
anno del coniglio | italian food academy
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Per il calendario lunare cinese, il 2023 è l’anno del Coniglio. Secondo la tradizione di questo antico popolo, l’oroscopo ha dodici segni che riconducono ad altrettanti animali e ad ogni nuovo anno corrisponde un animale differente. Dopo aver salutato l’anno della Tigre con le grandi pulizie di Primavera, diamo quindi il benvenuto a un anno tranquillo, privo di stress, ideale per rimettersi in forze; il coniglio, creatura docile e poco propensa al conflitto, incarna al meglio questo periodo all’insegna della tranquillità, pura pace, introspezione e fortuna. Tra folklore, giochi, tradizioni e buste rosse, il Capodanno cinese è una delle feste più sentite e celebrate: non a caso, quella cinese è diventata una delle cucine più popolari in Italia, da subito accolta con grande curiosità.

I piatti portafortuna per celebrare il nuovo anno

Il periodo di festa dura 16 giorni: comincia dalla vigilia di Capodanno e termina con la Festa delle Lanterne.
Per prima cosa solitamente ci si reca a casa degli anziani della famiglia e si augura loro buon anno, salute e fortuna; al cenone prenderanno parte generazioni diverse della stessa famiglia allargata: si mangia allo stesso tavolo, tra racconti e aneddoti, e poi si aspetta la mezzanotte per festeggiare e accogliere il nuovo anno, un po’ come accade da noi. Ma quali sono i piatti tipici che non possono assolutamente mancare a tavola? Tra i più comuni troviamo il pesce, il pollo, i ravioli e gli involtini primavera.
Il pesce è una componente imprescindibile: si ritiene infatti che rappresenti prosperità e ricchezza in virtù del suo nome e viene cucinato per intero a simboleggiare l’integrità e l’armonia familiare; parte del pesce è consumata il giorno di Capodanno e parte il giorno successivo nell’augurio di estendere la prosperità il più a lungo possibile. Si prediligono tre specie: la Carpa carassio, la Carpa cinese e il Pesce gatto, che significano rispettivamente fortuna, regalo e surplus. Se si mangia solo il pesce gatto, la tradizione vuole che durante la vigilia si mangi solo la parte superiore del pesce, e la rimanente venga consumata il primo giorno del nuovo anno: questo gesto significa avere del surplus anno dopo anno.
Un altro piatto che non può mancare nel Capodanno cinese è il pollo: cucinato spesso per intero, senza eliminare zampe, ali o testa. Il pollo è scelto perché simboleggia prosperità e gioia, ma indica anche unità familiare. La cottura preferita in questo caso è al vapore, e spesso viene offerto agli antenati.
Ripieni di carne, pesce o verdura, in base alla tipologia di cottura si differenziano in ravioli in brodo, cotti al vapore o saltati alla piastra…l’importante è mangiarne in grandi quantità, perché più se ne mangiano e più denaro si guadagnerà nell’anno a seguire: i ravioli sono simbolo di ricchezza soprattutto per la loro forma, simile ai lingotti usati nella Cina imperiale. La preparazione tradizionale prevede l’utilizzo della carne o del pesce abbinati alle verdure, ma in occasione del Capodanno, gli ingredienti che non possono assolutamente mancare nel ripieno, pena un anno di scarsa fortuna, sono il cavolo bianco e l’erba cipollina. 
Il tema del lingotto non si esaurisce qui; ripieni di verdure, da intingere in una salsa agrodolce: anche gli involtini primavera sono un must. La loro cottura varia molto: nella gran parte dei casi sono fritti, ma possono essere anche soffritti, stufati e cotti al vapore. La ricetta appartiene anche alla cucina vietnamita e si usa in diversi Paesi orientali come Cambogia, Indonesia, Hong Kong e, naturalmente, a Taiwan.

Dulcis in fundo, il Nian Gao

Definita spesso come Torta dell’anno, il Nian Gao riproduce le idee di successo e miglioramento. Questo dessert si prepara con farina di riso glutinoso, che conferisce alla torta una consistenza molto simile a quella di un budino, nonché un sapore molto delicato e la sua storia è incredibilmente interessante.
Nian in cinese significa anno, ma è anche il nome che la tradizione ha attribuito ad un terribile animale gigante che mangiava uomini e bambini e ogni anno appariva costringendo gli abitanti di ogni villaggio a nascondersi per sfuggire. Secondo la leggenda, la liberazione da questa bestia è arrivata solo quando gli abitanti hanno finalmente scoperto che Nian avesse paura dei rumori forti e del colore rosso: da qui l’origine di molte delle tradizioni legate.
Gao, che significa torta, ha anche la stessa pronuncia della parola che significa “alto”: mangiarla e regalarla, quindi, è considerato di buon augurio per un anno “più alto” e quindi migliore rispetto a quello precedente. 

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

– Partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.

COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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