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Sassicaia, il miglior vino dell’anno è maremmano.

25 Settembre 2018
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Viene dal cuore della Maremma, il miglior vino italiano, premiato alla settima edizione dei Best Italian Wine Awards 2018.
Il suo nome è Sassicaia, giunto in in Toscana sul mercato cinquant’anni fa e oggi incoronato, con il prestigioso riconoscimento, da una giuria composta da giurati provenienti da diverse aree del mondo.

Il Best Italian Wine Awards 2018 (BIWA) è una importante manifestazione che raccoglie ogni anno gli esperti del settore enogastronomico, i giornalisti, i professionisti e gli stakeholder del mondo vitivinicolo.
Nata nel 2012, la kermesse è stata ideata da due grandi esperti a livello internazionale, Luca Gardini (eletto nel 2010 miglior sommelier al mondo) e Andrea Grignaffini (direttore creativo del bimestrale Spirito Divino e docente universitario presso l’ateneo di Parma).

I giudici del Biwa arrivano ogni anno da Stati Uniti, Europa, da aree orientali come Giappone e Cina, con l’obiettivo di premiare i vini di qualità, stilando una classifica tutta italiana, in cui compaiono le migliori 50 etichette, scelte su un ventaglio di 350 degustate.
Anche se l’ordine viene stabilito nel corso di una tre giorni di assaggi, è bene ricordare che la selezione dura un intero anno.
Al Biwa, poi, vengono assegnati anche premi speciali che possono essere assegnati a persone meritevoli del settore o ad aziende. Anche quest’anno, a livello regionale è il Piemonte a piazzarsi al primo posto con 16 vini, seguito dalla Toscana con 9 e l’Alto Adige con 4 bottiglie.

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Il Sassicaia della Maremma: un vino da re.

Incoronato come re assoluto di questa edizione, è il Sassicaia, prodotto da La Tenuta San Guido nella frazione di Bolgheri, nel cuore della Maremma Toscana.
Si tratta di un vino particolare, ideato da Mario Incisa, che ha voluto produrre per primo il Cabernet in questa zona. Nessuno, infatti, prima di lui, aveva mai osato produrre un “vino bordolese” su terreno italiano, soprattutto in una zona sconosciuta dal punto di vista vinicolo come quella di Bolgheri.
Una storia segnata dal successo, anche di questa manifestazione, dove ha superato anche il Barbaresco Asili Vecchie Viti del 2012 Roagna (Piemonte), piazzatosi al secondo posto, e il Brunello Tenuta Nuova 2012 Casanova di Neri (Toscana), medaglia di bronzo.

Le caratteristiche del Sassicaia, miglior vino 2018.

Il Sassicaia si presenta di un color rosso regale e intenso e racchiude in sé un’ampia varietà di frutti rossi che regalano un gusto rotondo, pieno, di tannicità morbida e di lunga persistenza.
Sentori di prugna, mirtillo, liquirizia, menta e vaniglia e cuoio contraddistinguono questo vino unico, vellutato, elegante e raffinato, ideale in abbinamento a piatti di carne rossa e selvaggina.

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L’eccellenza da oggi conviene di più

Grazie al Bonus Chef puoi ottenere un credito fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sostenute nel 2021 e 2022 per la tua formazione professionale.  

Dal 27 febbraio 2023 sarà possibile presentare domanda al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il Bonus Chef.

CHE COS’É?

Il Bonus Chef 2023 consiste in un credito d’imposta del 40% (fino ad un massimo di 6.000 euro) riconosciuto sulle spese legate al settore della ristorazione a favore dei soggetti esercenti l’attività di cuoco professionista presso alberghi e ristoranti.

PER OTTENERE IL BONUS:

– bisogna aver sostenuto, tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, una o più delle spese ritenute ammissibili al beneficio

– si deve essere residenti o stabiliti del territorio dello Stato;

– i soggetti richiedenti devono essere nel pieno godimento dei diritti civili.

LE SPESE AMMISSIBILI:

– Acquisto di beni strumentali durevoli (macchinari di classe energetica elevata per la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la cottura dei prodotti alimentari, strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione)

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COME FUNZIONA IL BONUS CHEF 2023

Il credito del 40% è utilizzabile in compensazione mediante F24, che andrà presentato all’Agenzia delle Entrate. Il credito è esente da IRPEF e IRAP. 

È possibile, inoltre, la cessione del credito con il trasferimento dell’agevolazione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. 

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